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Executive coaching

Executive Coaching

By Coaching, Newsletter

Il coaching viene definito da ICF (International Coaching Federation) come una partnership tra il Coach ed il Cliente (Coachee) ,che attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandolo a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.

 

Esistono diversi ambiti in cui è possibile applicare il coaching per la crescita personale. Tra i diversi approcci troviamo il life coaching, che concentra l’attenzione sulla vita privata delle persone, l’executive coaching, utilizzato nelle aziende con manager o leader per potenziare le loro performance o supportarli nei cambiamenti, il career coaching, un supporto che aiuta la persona ad orientarsi meglio nel mondo del lavoro e per ultimo ma non ultimo il team coaching, che invece si occupa dello sviluppo del team.

 

Coaching e aziende

Le aziende ci contattano sempre di più per richiedere servizi di Executive Coaching orientati allo sviluppo dei manager. Questo sembra rispondere ad una crescente attenzione sulle persone da parte delle imprese che hanno sempre più consapevolezza che sono le risorse umane a muovere il futuro delle aziende. Le persone fanno la differenza, per questo è necessario potenziarle e valorizzarle.

 

Il presidente di ICF Italia Fabio Bresciani ha affermato in una intervista su repubblica, che il mondo del lavoro si sta muovendo verso una diversa concezione del valore delle persone. Dice che fino ad oggi l’approccio era orientato a colmare i buchi con figure professionali che dovevano corrispondere ai requisiti richieste dalle aziende, ma il nuovo modello si deve basare sulla ricerca e la valorizzazione del talento delle persone. Cita aziende come Apple, che adottando questo modello sono riuscite anche a creare valore. La soluzione, dice, è capire cosa hanno da dare i dipendenti presenti in azienda, che talenti hanno e cercare di valorizzarli, è questo il contesto in cui il coach può essere d’aiuto perché il compito è proprio quello di “aiutare a riconoscere i talenti delle persone”.

 

Il nostro sondaggio su linkedIn

 

Dal nostro sondaggio LinkedIn alla domanda “Secondo la vostra esperienza, in quali situazioni si usa di più il coaching in azienda?” il 45% delle persone ha risposto “Miglioramento della Performance”.

Anche noi ci troviamo d’accordo con l’opinione di chi ci segue, ma è importante sottolineare come il raggiungimento di risultati sia spesso strettamente correlato anche a tutte le altre alternative di risposta.

A seguire nel dettaglio:

  1. Cambi di ruolo. Riuscire a gestire il cambiamento del proprio ruolo in maniera efficace è fondamentale per mantenere la motivazione ed aumentare la propria performance. L’executive Coaching sostiene il cliente proprio nel potenziare le risorse interne al fine di gestire al meglio questo cambiamento di competenze e relazioni che il nuovo ruolo comporta e portare a compimento con successo la fase di passaggio a beneficio suo e di tutto il suo team.

 

  1. Sviluppo della Leadership. Oggi non basta essere dei bravi tecnici ed esperti nel proprio ruolo, oggi la performance si raggiunge attraverso ‘la gestione’ di sé stessi e del proprio team. Anche in questo caso, una leadership efficace è certamente legata al miglioramento delle prestazioni dell’individuo e del suo team.

 

  1. Difficoltà Relazionali. Imparare a comunicare efficacemente, saper ascoltare superando le differenze e approcciandosi all’altro e alle situazioni difficili in maniera vincente, sbocca anche in questo caso in un miglioramento della performance.

 

Conclusioni

 

Il coaching in azienda si rivela utile per molteplici scopi, ma sicuramente il motivo principale che muove le aziende a fare uso di questo strumento potente è il miglioramento della performance della persona. Minimizzare le interferenze interne attraverso il coaching aiuta a massimizzare il potenziale e a prescindere dalla situazione specifica che la persona si trova ad affrontare, l’obiettivo è quello di diventare più efficaci nei diversi contesti aziendali.

 

licenziamento Etico

Etica del licenziamento e Licenziamento Etico

By Gestire la separazione professionale, Newsletter, Outplacement

Gestire un licenziamento è una delle attività in ambito HR  più difficili e per la persona che lo riceve si tratta certamente del peggiore feedback professionale.

Per questo motivo, è fondamentale saper gestire questa fase nella maniera più efficace possibile, al fine di trasformare la perdita in un’opportunità per entrambe le parti coinvolte, l’azienda e la persona.

LA COMPLESSITÀ DEL LICENZIAMENTO

La gestione del licenziamento ha tre livelli di complessità:

  1. l’aspetto legato al contenuto (la motivazione del licenziamento e che tipo di ‘incentivo’ riconoscere alla persona)
  2. l’aspetto giuridico formale (come formalizzo il licenziamento secondo le leggi)
  3. l’aspetto comunicativo/relazionale (chi, come e quando comunicare alla persona il licenziamento)

Questi tre aspetti sono legati tra loro e saperli gestire correttamente non è semplice. Infatti, succede spesso che l’aspetto relazionale viene trascurato a favore del pragmatismo formale che l’azienda considera più rilevante.

In realtà, la perdita del lavoro è spesso vissuta dalla persona come un lutto importante, come la perdita di tutte le sicurezze professionali e personali e questo comporta per lei una situazione di grande difficolta e stress.

In questa situazione, i due attori coinvolti, l’azienda con l’ufficio Risorse Umane e la persona/dipendente, si trovano a ‘dialogare’ sul tema con competenze e coinvolgimenti molto diversi. Per l’azienda si tratta di una delle tante questioni organizzative da risolvere e, in genere, possiede una competenza specifica su come affrontarlo, mentre la persona deve affrontare e il risolvere quello che è diventato il problema con poca o nessuna competenza.

COS’È IL LICENZIAMENTO ETICO

Il licenziamento etico è un’attività che presuppone, da parte dell’azienda, una buona competenza, ma anche la stessa attenzione progettuale che dedica ai processi di selezione/inserimento dei nuovi assunti. Significa gestire con attenzione ed ascolto i punti di vista dell’altro trovando un punto di equilibrio tra le proprie esigenze e quelle del dipendente in uscita.

Il focus della negoziazione dovrebbe essere orientato al futuro e alla soluzione, dove l’azienda con credibilità ed esperienza dovrebbe valorizzare e proporre alla persona un supporto alla ricerca di un nuovo lavoro (Outplacement).

I VANTAGGI PER L’AZIENDA

In questo contesto, l’azienda consapevole dovrebbe saper gestire il licenziamento con grande attenzione ed eticità nei confronti di quello che è ormai un ex-dipendente. Prima di tutto, cercando di orientarlo verso un confronto equilibrato a due, traendone tra l’altro tutti i vantaggi che una separazione consensuale porta, quali:

  • salvaguardia del clima interno di chi rimane in azienda
  • tutela dell’immagine esterna dell’azienda sul territorio
  • riduzione dei costi legali, tempi e costi certi e definiti
  • riduzione della complessità della negoziazione per chi deve gestirla

PROGETTARE L’USCITA

La possibile  progettualità in uscita, che abbia anche un valore etico, potrebbe essere composta da tre elementi:

  1. Tempo = alcuni mesi in costanza di rapporto per salvaguardare l’immagine professionale avendo definito l’accordo.
  2. Incentivo economico all’esodo = per tutelare i mesi di non occupazione.
  3. Progetto futuro = servizio di Outplacement per accompagnare la persona al reinserimento professionale.

 

Franco FAORO

faoro@sa-change.it

Notizie utili … in momenti difficili

By Newsletter, Outplacement

In un momento così complesso e delicato del mercato del lavoro, vi diamo qualche informazione utile per affrontarlo utilizzando meglio le risorse.

Assunzioni a tempo indeterminato: esonero dei contributi 

Art. 6 D. LGS 14 agosto 2020 n. 104  “Fino al 31 dicembre 2020, ai datori di lavoro, con esclusione del settore agricolo, che assumono lavoratori subordinati a tempo indeterminato, con esclusione dei contratti di apprendistato e dei contratti di lavoro domestico, è riconosciuto, ferma restando l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico, per un periodo massimo di sei mesi decorrenti dall’assunzione, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL, nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile.”

Utilizza il servizio specializzato di MANAGEMENT SEARCH di S&A CHANGE, per trovare le persone giuste da inserire nella tua azienda. Un team di head hunter specializzati nella ricerca e selezione, capaci di comprendere il mercato di riferimento e intercettare i talenti. Alla tua ricerca verra’ affiancata anche una esclusiva valutazione della candidatura prima della fase di assunzione/inserimento.

Maurizio Poltronieripoltronieri@sa-change.it

 

Outplacement per dirigenti: contributo 3.000 euro  

4Manager è un’ associazione costituita da Federmanager e Confinduistria nata per rispondere ai fabbisogni emergenti per la crescita complessiva dei manager industriali e degli imprenditori. 

www.4manager.org

Come previsto dal CCNL, dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, del 30 luglio 2019, 4Manager concorre alla copertura (fino a un massimo di 3.000 euro) del costo del percorso di outplacement sostenuto da imprese interessate da processi di ristrutturazione /riorganizzazione aziendale che coinvolgono dirigenti o che, comunque, intendano risolvere il rapporto di lavoro con un dirigente per fondati motivi.
Il percorso di outplacement potrà essere realizzato esclusivamente da società convenzionate da 4Manager.

S&A CHANGE è società convenzionata con 4Manager, specializzata con oltre 28 anni di esperienza nei servizi di outplacement per profili manageriali; opera attraverso consulenti senior con una metodologia che consente la personalizzazione dei progetti per ogni singolo candidato, al fine di raggiungere obiettivi e risultati concreti.

 

Potenziale – Interferenze = Performance

By Coaching, Newsletter

All’origine del Coaching

Sono molti anni ormai che mi occupo di coaching. Dopo aver fatto una formazione specifica ed essermi accreditato presso la più importante associazione di coach (I.C.F), ho cominciato la pratica in azienda.
In tutti questi anni ho sempre preso come importante punto di riferimento teorico di partenza, il libro di John Whitmore  ‘Coaching  for Performance’ che tutti indicano come la Bibbia del Coaching.
Cinque anni fa, per caso, mi sono avvicinato al Coaching sportivo (tennis in particolare) e ho scoperto con grande sorpresa il libro “Il Gioco Interiore nel Tennis” di W. Timothy Gallwey.
Gallwey nel 1972, ben prima di Whitmore, come capitano della squadra di Tennis dell’università di Harvard, ha applicato per primo alcuni concetti del Coaching alla pratica del Tennis.
Proprio Whitmore è andato da lui ad Harvard ad imparare e a sviluppare il concetto di ‘INNER GAME’, concetto chiave del libro di Gallwey.
La sintesi di tutto il pensiero di Gallwey può essere riassunta nel seguente semplicissimo schema:

È evidente quindi quale sia il lavoro del Coach, fondamentalmente quello di lavorare sulla riduzione delle interferenze.

Per informazioni su come raggiungere la performance con il coaching;
faoro@sa-change.it